Il Mostro di Udine

 

Mostro di Udine



Il mostro di Udine: il serial killer che terrorizzò il Friuli per 20 anni

  • Classificazione: Serial Killer
  • Caratteristiche: Stupro, Segno S sulla pancia
  • Numero vittime: 4>14
  • Data di nascita: Sconosciuta 
  • Profilo delle vittime: Prostitute e un insegnante
  • Metodo degli omicidi: Accoltellamento e strangolamento
  • Stato: Mai catturato

Il Mostro di Udine è il soprannome di un killer sconosciuto, che tra il 1971 e il 1989 ha commesso i suoi crimini, è stato così soprannominato perché i suoi crimini sono stati commessi a Udine o nei dintorni. Le sue vittime preferite erano le prostitute, ma nell’ultimo omicidio, che si presume abbia commesso il mostro, la vittima era una maestra elementare, ci sono 4 vittime accertate mentre quelle sospette sono 13. Si ritiene che le 4 vittime accertate siano state uccise dallo stesso uomo a causa di un taglio a “S” sulla pancia, incisione praticata con una lama simile a un bisturi, mentre per le altre 13 vittime non c’erano segni distintivi.

Anche se la prima vittima accertata risale al 1980 si ritiene che l’assassino fosse in attività da almeno 9 anni prima, questo perché in provincia di Udine dal 1971 al 1989 ci sono stati 13 casi di prostitute uccise mentre dal 1950 al 1971 c’è stata una sola prostituta uccisa, questo indica un aumento di 13 volte maggiore da una media di 0,04 prostitute uccise dal 1950 al 1971 ad una media di 0,7 tra il 1971 e il 1989.
Ovviamente questo aumento del numero di prostitute uccise non è attribuibile solo all’assassino, perché dal 1970 c’è stato un aumento del numero di prostitute presenti sul territorio a causa delle diverse basi militari che erano state istituite, quindi si pensa che ci siano due killer in attività in quel periodo. L’unico sospettato che poteva essere avvicinato al Mostro di Udine era un ginecologo che non aveva mai lavorato come medico, alla fine anche lui fu scagionato per mancanza di prove. Il 15 marzo 2019 l’avvocato di due delle vittime chiese la riapertura del caso, e ora come nel periodo in cui il Mostro di Udine agiva ci sono più dubbi che certezze.
Il mostro di Udine è uno dei più noti e inquietanti casi di cronaca nera italiana. Per oltre 20 anni, un serial killer ha terrorizzato la provincia di Udine, uccidendo almeno quattro donne e lasciando 10 vittime presunte.
I primi omicidi risalgono al 1971, quando furono ritrovati i cadaveri di due donne, Maria Teresa Zanon e Maria Grazia Cagnazzo, rispettivamente di 19 e 21 anni. Le due vittime erano state accoltellate e strangolate.
Nel corso degli anni successivi, si sono verificati altri omicidi simili, tutti con le stesse modalità: le vittime erano donne che lavoravano come prostitute, e venivano uccise con un coltello o una lama simile a un bisturi. I cadaveri venivano poi ritrovati in luoghi isolati, spesso ai margini dei campi.

Nel 1994, un rapporto dei Carabinieri alla Magistratura sostenne che quattro di questi delitti avrebbero potuto essere stati commessi dalla stessa persona, il cosiddetto “mostro di Udine”. Le quattro vittime accertate sono:


Maria Carla Bellone

Maria Carla Bellone
, 19 anni, uccisa il 19 febbraio 1980; Fa uso di eroina e occasionalmente si prostituisce per procurarsi il denaro che serve a comprare la droga per sé e per il fratello più piccolo. Viene ammazzata con un taglio netto alla gola, da un orecchio all’altro, come Marina Lepre. È la notte del 16 febbraio 1980. Il corpo viene abbandonato sotto un filare di gelsi, nella campagna di Pradamano. Il cadavere presenta anche un lungo taglio dal petto all’inguine, un taglio senza incertezze e che esclude l’ombelico «così come si procede nelle dissezioni anatomiche», si legge nella consulenza.


Luana Fiamporcaro

Luana Giamporcaro
, 22 anni, uccisa il 24 gennaio 1983; Anche il suo corpo viene gettato in campagna, in un campo di mais, e anche lei è stata sgozzata. Sul suo corpo ci sono due lunghi tagli che vanno dallo stomaco al pube, evitando sempre l’ombelico.


Aurelia Januschewitz, 42 anni, uccisa il 3 marzo

Aurelia Januschewitz

1985; È una prostituta di origine francese, ha 42 anni e più volte è stata ricoverata all’ospedale psichiatrico di Udine. Anche lei, come le altre vittime, ha una storia di solitudine, emarginazione e dolore alle spalle. Dopo essere stata scannata, è stata abbandonata in una stradina di campagna. E sul suo addome, questa volta, i tagli longitudinali sono tre. Anche queste sono «ferite nette, alcune con code sottili, senza sbavature» per cui il medico legale ipotizza che sia stato usato «uno strumento affilato quale un coltello, un rasoio, una lametta da barba o un bisturi».


Anna Maria Marchetti, 36 anni, uccisa il 14 aprile 1989. Nessuna notizia fornita.


Altre possibili vittime: 



La tragica serie ha inizio nel 1971, quando la giovane Irene Belletti viene barbaramente uccisa con diversi fendenti in tutto il corpo. Nei mesi seguenti si susseguono altre vittime, tutte prostitute o ragazze con problemi di alcol e droga: Elsa Moruzzi, strangolata nel 1972, Eugenia Tilling, uccisa con diverse coltellate alla gola nel 1975, Maria Luisa Bernardo, morta per diverse pugnalate nel 1976, Jaqueline Brechbullher, accoltellata nel 1976.


Nello stesso lasso di tempo, tuttavia, sono stati rinvenuti i cadaveri di altre donne, uccise in maniera diversa: Wilma Ghin, il cui corpo è stato ritrovato ormai carbonizzato, Maria Bucovaz e Stojanka Joksimovic, strangolate, e infine Matilde Zanetti e Nicla Perabò, per le quali sono stati arrestati due uomini. Per tanti anni, nessuno è riuscito a fare chiarezza su questa drammatica serie di omicidi.


L’ultimo delitto: Marina Lepore


Marina Lepore

Il sospetto che possa esserci un’unica mano dietro molti dei delitti di Udine, prende corpo dopo il ritrovamento dell’ultima vittima: Marina Lepore, 40 anni. Nata a Comeglians, la donna vive a Cividale. È di buona famiglia, figlia di un direttore di banca, e fa l’impiegata in una compagnia di assicurazioni. Ha una figlia di 9 anni. Non si prostituisce ma è caduta nel gorgo della depressione e dell’alcolismo dopo la separazione del marito, un ingegnere. Prima di incontrare il suo assassino, la notte tra il 25 e il 26 febbraio 1989, ha bevuto parecchio e soltanto qualche giorno prima è stata medicata all’ospedale per un taglio sul mento rimediato durante una rissa fuori da un bar. Sarà proprio quel taglio a permettere agli inquirenti di dare un nome a quel cadavere abbandonato in un viottolo di campagna sul greto del torrente Torre, alla periferia di Udine.

Le indagini sul mostro di Udine sono state lunghe e complesse, ma non hanno mai portato all'arresto del killer. Nel corso degli anni, sono stati indagati diversi sospetti, ma nessuno di loro è stato incriminato.
Il caso del mostro di Udine è ancora oggi uno dei più irrisolti della cronaca nera italiana. L'identità del killer è ancora sconosciuta, e le sue motivazioni sono un mistero.

Le ipotesi sulla sua identità


Soggetto Ignoto

Nel corso degli anni, sono state formulate diverse ipotesi sulla possibile identità del mostro di Udine. Alcuni sostengono che si trattasse di un uomo solo, mentre altri ritengono che potesse essere un gruppo di persone.
Tra le ipotesi più accreditate, c'è quella che il killer fosse un uomo di mezza età, con una buona cultura e una professione stabile. Si ritiene che fosse un uomo solitario, con problemi di natura sessuale o psichiatrica.
Un'altra ipotesi è che il killer fosse un uomo di origine straniera, forse un ex soldato o un ufficiale di polizia. Si ritiene che avesse una buona conoscenza delle tecniche di combattimento e di difesa personale.
Alcune persone ritengono che il mostro di Udine potesse essere un serial killer itinerante, che si spostava da una città all'altra per commettere i suoi crimini. Altri ritengono invece che si trattasse di un uomo che viveva stabilmente nella provincia di Udine.

Le indagini


Le indagini sul mostro di Udine sono state lunghe e complesse. I Carabinieri hanno raccolto una grande mole di prove, tra cui testimonianze, reperti e materiale biologico.
Nel corso degli anni, sono stati indagati diversi sospetti, ma nessuno di loro è stato incriminato. Nel 2004, un uomo di nome Giuseppe Romanin è stato arrestato e accusato di essere il mostro di Udine. Tuttavia, Romanin è stato poi assolto per mancanza di prove.
Nel 2019, la Procura di Udine ha riaperto le indagini sul caso. I Carabinieri hanno condotto nuovi accertamenti, ma non hanno ancora trovato elementi sufficienti per incriminare qualcuno.

Il caso è ancora aperto


Il caso del mostro di Udine è ancora oggi uno dei più irrisolti della cronaca nera italiana. L'identità del killer è ancora sconosciuta, e le sue motivazioni sono un mistero.
Le indagini sono ancora in corso, e i Carabinieri non escludono di poter arrivare a una svolta in futuro.


 



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