Stefania Pettini e Pasquale Gentilcore
1974: Stefania Pettini e Pasquale Gentilcore
- Caratteristiche: Vittime MDF
- Data: Sabato, 14 Settembre 1974
- Orario: Circa le 23.45, secondo la testimonianza di una coppia che, transitando su via Ponte d’Annibale, ha udito alcuni colpi di pistola
- Luogo: Borgo San Lorenzo, località Fontanine di Rabatta
- Vittime: Pasquale Gentilcore, 19 anni; Stefania Pettini, 18 anni
- Automobile: Fiat 127 blu targata FI 598299
- Fase Lunare: Due giorni prima del Novilunio: spicchio di luna calante
Nella notte tra il 14 ed il 15 settembre 1974, in una strada sterrata nella frazione di Rabatta, vicino a Borgo San Lorenzo, furono uccisi, all’interno di una Fiat 127 blu, Stefania Pettini e Pasquale Gentilcore, rispettivamente di 18 e 19 anni. Nella mattina del 15 settembre, i due cadaveri, furono scoperti dal contadino Pietro Landi.
Pasquale Gentilcore era stato raggiunto da tre proiettili che lo avevano colpito nella schiena in un arco che andava dalla spalla sinistra alla scapola destra. Altri due proiettili gli avevano perforato l’emitorace sinistro raggiungendo il cuore ed un polmone. La ragazza era stata attinta da 3 colpi di pistola all’addome e ad una gamba secondo il testo La leggenda del Vampa; da 4 proiettili al braccio destro da quanto si legge su Il Mostro. I carabinieri intervenuti trovarono il finestrino anteriore sinistro in frantumi e la portiera destra aperta. Il sedile anteriore destro aveva lo schienale abbassato. L’autoradio era accesa e il libretto di circolazione adagiato sul tappetino dell’auto. Nell’abitacolo della vettura furono trovati il portafoglio del ragazzo, contenente 33.800 lire, alcune fotografie dello stesso e della fidanzata Stefania, un agendina di colore rosso su cui erano stati segnati diversi numeri di telefono, fazzoletti di carta, alcuni all’interno di una scarpa del ragazzo. Le scarpe di Stefania Pettini furono trovate vicino alla pedaliera.
Lo specchietto retrovisore divelto fu trovato sul piano della vettura dalla parte del passeggero. Il corpo del ragazzo fu trovato al posto di guida, indossava solo un paio di slip ed un orologio al polso sinistro che indicava le tre e un quarto. Le mani erano unite sotto la coscia sinistra, la testa appoggiata sul finestrino. Stefania Pettini fu trovata supina, nuda, dietro l’auto; l’assassino le aveva inserito un tralcio di vite all’interno della vagina. Non distante dall’auto, sotto ad un pioppo, furono trovati una camicia e tre paia di pantaloni. Fuori dall’auto, accanto allo sportello sinistro venne ritrovato il giubbetto del Gentilcore, sulla destra a 3/4 metri una camicetta e un paio di mutandine ed un pullover bianco della ragazza ed alcuni fazzoletti di carta. Grazie ad una segnalazione anonima, fatta alla Stazione dei Carabinieri di Borgo S.Lorenzo alle ore 18,30 del 15 settembre 1974, fu ritrovata la borsa della ragazza, che era stata gettata a circa 300 metri dal luogo del delitto, in un campo di granoturco sulla destra della strada che da Rabatta conduce a Sagginale.
La borsa non presentava alcuna traccia di sangue e conteneva il portafogli, la carta d’identità, una piccola agenda del 1974 e delle fotografie. Non furono trovati una catenina d’argento, qualche piccolo anellino in argento a fascetta ed un orologio di acciaio che, secondo la madre di Stefania, la ragazza indossava. La perizia eseguita dal professor Mauro Maurri consentì di definire la dinamica del duplice omicidio. I due giovani stavano facendo l’amore, Pasquale era disteso sopra Stefania, l’assassino una volta vicino all’auto, sparò i primi colpi di pistola dal finestrino anteriore sinistro, colpendo il ragazzo alla schiena; girò quindi intorno all’auto ed aprendo lo sportello destro esplose altri 5 colpi di pistola che uccisero Pasquale Gentilcore. Stefania, seppur ferita, aveva cercato di fuggire ma era stata colpita da 3 fendenti di arma bianca che l’avevano aggiunta al seno sinistro ed al centro del petto, lacerandole mortalmente il cuore.
L’assassino con il coltello, aveva quindi colpito nuovamente Pasquale Gentilcore per poi trascinare la ragazza fuori dall’auto ed infierire su di lei penetrandole superficialmente il petto, l’addome ed il pube con uno strumento appuntito 93 (talvolta vengono riportate 96) volte. Il professor Maurri in dibattimento, durante il procedimento contro Pietro Pacciani, parlerà di “ferite inferte sui cadaveri inferte da arma bianca taglientissima, adoperata con estrema precisione, capacità, manualità”. Sull’auto non furono rinvenute impronte digitali. Il 16 settembre gli inquirenti si recarono nuovamente sul luogo del duplice omicidio dove trovarono 5 bossoli Winchester serie H, ad ogiva ramata, sparati da una Beretta serie 70, calibro 22, Long Rifle ed un bottone rivestito di cuoio (Ne Il mostro di Firenze i proiettili recuperati risultano essere undici). La sera del sabato 14 settembre 1974, nella zona, a pochi metri dal luogo (circa 50 metri) sarebbe stata vista stazionare un’auto di media cilindrata somigliante ad una Simca o a una BMW o Giulia. Del duplice omicidio furono inizialmente accusati Guido Giovannini, Bruno Mocali e Giuseppe Francini.
Commenti
Posta un commento
Attenzione, i messaggi vengono moderati. Un amministratore controllerà il tuo messaggio