Alessandra Vanni
La storia di Alessandra Vanni e del taxi Siena 22
- Categoria: Vittima
- Caratteristiche: Strangolamento
- Autore: Sconosciuto, forse collegato al caso Milva Malatesta
Sembra un romanzo giallo che a tratti assume tinte noir, ma è una storia vera, avvenuta nelle belle colline senesi nel 1997. Un mistero irrisolto, come tanti pezzetti di un puzzle che nessuno è riuscito a terminare. Ma procediamo con ordine.
Alessandra Vanni è una ragazza di 29 anni che in quel periodo lavora alla cooperativa del centralino tassisti senesi, il suo compito è quello di prendere le telefonate dei clienti e trasferirle ai taxi operativi.
La giovane donna dopo il divorzio aveva deciso di prendere la licenza di abilitazione alla guida taxi, si era fidanzata con un collega e dopo il lavoro al centralino saltuariamente prestava servizio taxi con “Siena 22”, l’Alfa 155 dello zio Onofrio, che in quei giorni di agosto era in ferie in Ungheria per il gran premio di Formula 1.
8 agosto
Non amava particolarmente lavorare sul taxi la notte, ma quella sera di venerdì 8 agosto dopo il lavoro al centralino, prese servizio sul taxi. Forse rassicurata dal fatto che anche il fidanzato quella sera, come lei, era al lavoro.
La ragazza finisce il turno annunciando alla radio: “Sono le 21.00, sono le 21.00, inserisco il centralino automatico, buonanotte a tutti”. Fa caldo quella sera di agosto, Alessandra sembra si sia poi recata a casa per cenare, dopodiché alle 22.00 circa è nuovamente tornata a lavorare nel turno operativo prendendo servizio su “Siena 22”, cosa che non fa abitualmente. Alessandra ricordiamocelo, non ama particolarmente lavorare di notte. Tra le altre cose lascia il cellulare a casa, cosa che poi impedirà al fidanzato di mettersi in contatto con lei.
Intorno alle 22.00 circa Alessandra si trova a Siena in piazza Matteotti, punto di ritrovo di taxi, e il tassametro di “Siena 22” comincia a scorrere: inizialmente registra alcune corse di routine, sembra infatti che abbia trasportato alcuni paracadutisti, poi una famiglia inglese, uno studente... dopo poco più di un’ora il taxi è di nuovo fermo in piazza Matteotti. Alessandra in quel momento sembra sia sola, i colleghi sono tutti fuori. Di lì a poco sul tassametro viene impostata la tariffa 2, quella extraurbana, che da Siena va verso le colline. Imbocca la Chiantigiana, la ss 222, in direzione Castellina in Chianti.
Alcuni testimoni notano il taxi, ma le testimonianze sono discordanti. Sembra che passi da Quercegrossa, lentamente nei pressi del bar del paese. Alcuni nei giorni immediatamente dopo l’omicidio dichiareranno di aver notato a bordo 2 uomini, alcuni dicono anche di vederne uno uscire, salire davanti al lato passeggero accanto ad Alessandra.
Sembrerebbe inoltre che la giovane donna volesse adottare un gattino e che quella sera forse lo portasse con sé in una scatola chiusa con uno spago.
Il tassametro non mente, è un testimone invisibile, piombato a prova di manomissione, e racconta che il taxi è arrivato a Castellina in Chianti alle 00.05 nei pressi di un luogo ai tempi appartato ma non completamente isolato, attorno ad una radura vicino ad una discarica, nei pressi del cimitero comunale. Il tassametro si ferma senza più ripartire alle 00.09 dopo una corsa di 44 minuti, l’importo che segna è 55.200 lire, esattamente quello da Piazza Matteotti a Castellina in Chianti.
9 agosto
Usualmente quella discarica era utilizzata dagli abitanti di Castellina in Chianti come deposito di materiale di scarto, quella mattina del 9 agosto di buonora, intorno alle 6.30, un signore del paese di nome Luciano Boschi si sta infatti recando per scaricarvi un paio di materassi, in quel frangente vede fermo il taxi “Siena 22 “. Si avvicina, nota una donna riversa sul lato guida, esamine, ad una prima occhiata sembra dormire, bussa, controlla meglio... si accorge che è morta, e corre via spaventato con la sua Ape in cerca di aiuto.
Poco dopo sul posto è presente una volante della polizia e i carabinieri di Castellina operanti per competenza territoriale.
La donna è deceduta, si saprà successivamente in un lasso di tempo nella notte dalle 01.00 alle 03.00, ha segni di strangolamento e graffi sul collo compatibili con uno spago presumibilmente di canapa, presenta le mani legate dietro il sedile con una corda da pacchi. Non ha né contusioni né segni di violenza. Sul cruscotto dell’auto è presente un’impronta da scarpa, forse della stessa vittima nel tentativo di divincolarsi. Manca l’incasso della serata.
Le indagini
Subito si pensa all’ex marito e all’attuale fidanzato, ma entrambi hanno alibi di ferro. Il primo era fuori Italia, il secondo risultava a 50 km di distanza.
Gli scenari quindi quali sono? Forse l’ultimo o gli ultimi due clienti?
Le indagini dei carabinieri, coordinati dalla procura di Siena, dopo aver spaziato a trecento sessanta gradi soffermandosi anche su alcune persone che entrarono nella cerchia dei sospettati per uscirvi poco dopo, non approdarono mai a nulla. Nonostante il borsello, dove Alessandra Vanni custodiva l’incasso della serata, non venne mai ritrovato, la pista della rapina venne accantonata poco dopo. Ma durante le indagini per lo strano omicidio, gli investigatori ricevettero una lettera anonima, imbucata in Friuli Venezia Giulia, dove in latino c’era scritto:«Quis est dignus aperire librum et solvere signacula eius?» che tradotto significa:«Chi è degno di aprire il libro e di scioglierne quei sigilli?».
Secondo chi indagava la parola sigilli e il verbo sciogliere erano legate alla modalità con cui era stato realizzato il nodo.
Anni di indagini non portarono a nulla, ma nel 2020 la svolta investigativa. Due uomini sono stati iscritti nel registro degli indagati. Sotto le unghie della ragazza, all’epoca del ritrovamento vennero repertata dalla squadra rilievi dei carabinieri tracce di pelle da cui oggi sarebbe possibile estrarre un profilo genetico. Questo particolare evidenzia che Alessandra si difese dal suo assassino. Resta da chiarire il movente del delitto, forse aveva visto qualcosa che non doveva vedere che di notte avveniva dentro al cimitero? O forse riguardava qualcosa avvenuto nel passato?
Del complicato caso, proprio per la sua “particolarità” se ne sono occupate diverse trasmissioni televisive, tra cui “Chi l’ha visto?” e Carlo Lucarelli nel “Mistero in Blu”.
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