Barbara Locci e Antonio Lo Bianco

 

Barbara Locci e Antonio Lo Bianco



Barbara Locci e Antonio Lo Bianco


Caratteristiche; Vittime MDF (Forse)

Data: La notte fra Mercoledì 21 e Giovedì 22 Agosto 1968;

Orario: Con buona precisione fra la mezzanotte e mezza e l’una del mattino;

Luogo: Signa, via di Castelletti;

Vittime: Antonio Lo Bianco, 29 anni; Barbara Locci, 31 anni;

Automobile: Alfa Romeo Giulietta targata AR 53442;

Fase Lunare: Tre giorni prima del Novilunio: spicchio di luna calante.


Locci e Lo Bianco

Sulla via di Castelletti, che dal cimitero di Signa conduce a Lecore, furono uccisi all’interno di una Alfa Romeo Giulietta bianca, Barbara Locci e Antonio lo Bianco.

I due giovani, mentre facevano l’amore, furono raggiunti da 8 proiettili Winchester serie H, ad ogiva ramata, sparati da una Beretta serie 70, calibro 22, Long Rifle. Dall’esame eseguito dal professor Biagio Montalto risultò che Barbara Locci fu colpita da 4 proiettili: 1 alla spalla sinistra in alto, 1 al centro dell’emitorace sinistro, 1 alla base dello stesso emitorace sinistro e l’ultimo tra la regione toracica e quella lombare sinistra.

Serie H

Antonio Lo Bianco fu raggiunto da un colpo all’avambraccio sinistro, da un colpo al braccio sinistro e da due colpi alla cavità sinistra dell’emitorace. I carabinieri intervenuti trovarono l’indicatore di direzione destro acceso, il finestrino dello sportello posteriore sinistro abbassato per metà e lo sportello posteriore destro semichiuso, sul pavimento dell’Alfa Romeo Giulietta, a lato del sedile anteriore destro, fu trovata una borsetta da donna aperta che lasciava intravedere il suo contenuto.

Antonio Lo Bianco vestiva una canottiera di cotone bianco, una casacca chiara, slip bianchi, pantaloni scuri, calzini scuri ed era disteso sul sedile anteriore destro il cui schienale era stato completamente abbassato; Barbara Locci giaceva sul sedile di sinistra con la testa piegata a sinistra, indossava abito di stoffa variopinta, sottoveste chiara, reggiseno nero, mutandine bianche; le scarpe sotto il sedile anteriore.

La borsa della vittima fu trovata aperta e al suo interno furono rinvenute 24.000 lire. Non furono trovate impronte digitali nè all’interno nè all’esterno dell’auto. A circa un metro dalla fiancata sinistra dell’auto furono trovati tre bossoli, altri due furono rinvenuti all’interno dell’auto sul sedile posteriore. Grazie all’autopsia e alle perizie medico legali si stabilì che l’assassino sparò attraverso il finestrino anteriore sinistro colpendo Antonio Lo Bianco a morte, Barbara Locci che si trovava sopra al Lo Bianco, ebbe il tempo di alzarsi e girarsi verso la portiera nel tentativo di fuggire ma fu colpita dai colpi sparati dall’assassino prima di riuscire ad uscire dall’auto. L’omicida rivestì i due corpi, li ricompose ordinatamente sui sedili, rovistò nella borsetta della donna e strappò dal collo della Locci una catenina d’oro.

Stefano Mele

Gli inquirenti pensarono ad un omicidio passionale, fu pertanto sospettato il marito di Barbara Locci: Stefano Mele. Costui si dichiarò innocente ed accusò altri amanti della moglie: Carmelo Cutrona, Salvatore e Francesco Vinci.

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