Gabriella Caltabellotta

 


Caltabellotta


Gabriella Caltabellotta


  • Categoria: Vittima
  • Caratteristiche: Accoltellamento alla schiena e tentativo di strangolamento
  • Autore: Sconosciuto. Attribuito al Mostro di Firenze

Via Ponte di Mezzo, 30

Il 1 Marzo 1984 viene trovata in un campo in via della Concezione laterale di via Bolognese il corpo senza vita di Gabriella Caltabellotta, una studentessa di 18 anni residente in via Ponte di Mezzo 30 a Firenze.

Gabriella è figlia di Maura e Dino Caltabellotta che gestivano una latteria proprio sotto la loro casa. Gabriella frequenta delle lezioni di estetica che si tengono presso l’Istituto di estetica Reali sito in via di Novoli 42. Vi si reca dall’ottobre 1983 dal lunedì al venerdì alle ore 14.00 alle 18.00.

Alle 19.30 del 29 febbraio 1984 Gabriella non è ancora rientrata a casa ed i genitori preoccupati escono per cercarla, alle 20.30 ne denunciano la scomparsa ai Carabinieri. Alle 9.30 circa del giorno 1 marzo 1984 la signora Giovanna Banchi che abita in via Bolognese (uno dei civici dal 305 al 309) riceve una telefonata anonima molto breve che riferisce la presenza di una donna morta nel loro campo. Avvertite le forze dell’ordine e viene individuato il corpo in un campo confinate con via della Concezione.
Il corpo si presenta a bocconi in mezzo agli ulivi completamente vestita ma senza le scarpe, ai piedi solo due calzini da tennis di spugna. Indossa un maglione bianco di lana, una maglietta di cotone, una canottiera, il reggiseno un paio di jeans di colore nero e gli slip. Ha un orologio Omega al polso sinistro, un anello d’oro giallo all’anulare della mano destra e un solo orecchino all’orecchio sinistro. Non sono presenti ne la borsa, ne il giaccone di finta pelle, ne le scarpe.

Scena del Crimine IA

Sul posto arrivano il Capo della Squadra Mobile Grasso, il commissario Sandro Federico ed il capo della Polizia Scientifica Nunzio Castiglione. Gli inquirenti individuano alcune tracce ematiche sul muretto adiacente, come se il corpo fosse stato scaricato da un mezzo nel campo sottostante. Una volta rimosso il cadavere e trasportato all’Istituto di Medicina Legale il Prof. Riccardo Cagliesi Cingolani assieme al Dott. Franco Marini eseguono l’esame autoptico. Dallo stesso esame autoptico si apprende che la ragazza è morta tra le 18.00 e le 20.00 del giorno 29 febbraio. La ragazza è stata colpita sulla faccia in quanto presenta ecchimosi e lacerazioni sulle labbra. Ha ferite da difesa sulle mani provocate da arma bianca. Ha subito un tentativo di strangolamento con una sciarpa o una fascia che deve avergli fatto perdere conoscenza ed in seguito è stata colpita alla schiena con 10 pugnalate che ne hanno provocato la morte per asfissia da pneumotorace bilaterale ed anemia acuta. L’esame autoptico ha evidenziato che la giovane non aveva mangiato e non aveva subito violenze sessuali.

Articolo Caltabellotta

Le prime indagini, coordinate dal Sostituto Procuratore Pietro Dubolino, fecero ritenere che fosse rimasta coinvolta, inconsapevolmente, in una storia di droga, che avesse visto o sentito qualcosa che non doveva vedere o sentire. Fu attenzionato Elio Campanaro che però, nonostante svariati indizi, non fu mai colto con una prova a carico schiacciante, infatti fu lo stesso Dubolino a richiedere l’archiviazione nonostante fosse propenso a ritenerlo coinvolto.

Via dei Serragli 6

Una persona attenzionata del possibile omicidio è stato Paolo Poli. Il Poli era residente in affitto in un appartamento di proprietà di una prostituta in via dei Serragli n°6 a Firenze. Il Poli fu poi prosciolto perchè in quei giorni aveva un alibi. Via dei Serragli 6, un indirizzo che tornerà nuovamente nell’indagine sul MdF.  Esiste una denuncia, presentata nell'autunno del 1985 da una ragazza ventenne di Prato di nome Cristina P., la quale ebbe modo di dichiarare che nel giugno del 1984 aveva subito violenza sessuale e minacce di morte da un tale Paolo Poli, quarantaseienne anch'egli pratese.
 Il predetto Poli, probabilmente per rendere più credibili le proprie minacce, si era vantato di aver ucciso una studentessa, rinvenuta poi in un campo alla periferia di Firenze, vicino a una pianta di ulivo. In questa vanteria, più o meno fondata, sembrerebbe esserci proprio un riferimento all'omicidio Caltabellotta.
Tuttavia, la stessa Cristina P., alcuni anni dopo, avrebbe corretto la data dello stupro e delle minacce, facendoli risalire non più al giugno ma al gennaio del 1984. In tal caso, risulta ovvio che il riferimento fatto dal Poli non può essere quello all'omicidio della Caltabellotta che sarebbe avvenuto solo un mese dopo.

L’omicidio della Caltabellotta rimane irrisolto. Negli appunti dell’ispettore Luigi Napoleoni si ritrova citato questo omicidio.



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