Anna Maria Ropele

 


Anna Maria Ropele


Anna Maria Ropele



  • Classificazione: Vittima
  • Caratteristiche: Prostituta
  • Metodo dell'omicidio: Uccisa a coltellate
  • Luogo: Corso Buonarroti 57, Trento
  • Autore: Sconosciuto (c'era un sospettato, ma mancavano le prove)

Ropele

Il giorno 9 gennaio del 1992 poco dopo le 9.00 del mattino Anna Maria Ropele, 38 anni, fu trovata in un lago di sangue nel suo appartamento di Trento, in Corso Buonarroti. 
Il suo omicidio, tutt’ora irrisolto a 32 anni di distanza, rappresenta per Trento il delitto perfetto che negli anni è stato portato anche sul palco dei teatri trentini. 
Anna Maria Ropele dopo aver lavorato per strada sul marciapiede in corso Buonarroti all’altezza di via Dosso Dossi, da tempo riceveva i suoi clienti in un bell’appartamento «adescandoli» a bordo di una enorme Mercedes parcheggiata sul marciapiede di fronte a casa sua. Era stata la prima prostituta a Trento a decidere di ricevere i clienti in un appartamento. 

A trovarla morta suo marito, Mario Romani, 41 anni che aveva sposato la donna nel 1975. Da cinque anni l’ uomo però viveva separato a Rimini e raramente s’incontrava con la donna.
Proprio perché quel giorno Anna Maria Ropele non rispondeva al telefono, Mario Romani si era precipitato dalla Romagna a Trento, facendo la macabra scoperta.

La casa

Fin da subito la pista investigativa confermò che la vittima probabilmente conosceva il suo assassino. Forse era un cliente. Dopo essere entrato nell’appartamento l’assassino colpì la donna con due o tre pugnalate, una delle quali mortali, incurante delle grida dell’ aggredita. Unico segnale – riportarono durante le indagini gli inquilini che abitavano nello stesso stabile – fu l’abbaiare del suo cane.

Indagato per l’omicidio fu anche il marito Mario Romani che però dimostrò attraverso degli scontrini autostradali di non essere a Trento la notte del drammatico fatto. A far deviare su di lui i sospetti degli inquirenti era stata la scoperta degli averi di Anna Maria Ropele che si era scoperto possedere numerosi appartamenti, altri beni di valore e numerosi soldi depositati su dei conti correnti. Per l’epoca, una vera fortuna, della quale beneficerà proprio il marito. 
Dopo le indagini sul marito, con il conseguente nulla di fatto i sospetti erano caduti su un commerciante di via Corso Buonarroti. Anzi, gli inquirenti, tutt’ora sono sicuri che fu lui ad uccidere Anna Maria Ropele. Non riuscirono comunque a trovare nessuna prova certa, solo un miriade di indizi che portarono alla fine all’archiviazione del caso e all’oblio.

Della mano dell’omicida non si saprà mai nulla. Il tragico episodio merita alcune note aggiuntive perché la donna di 38 anni, roveretana, sposata, per certi aspetti è lo specchio non deformante di una fetta della società trentina di allora che grazie a questo omicidio scopriva in modo trasparente quello che molti già sapevano ma che per pudore oppure ipocrisia non ammettevano.

Anna Maria Ropele era diventata famosa per il letto rotondo, tutto rosa, come erano rosa i tendaggi, sormontato da un grande specchio incorniciato da una decorazione luminosa e un correre di neon blu disegnati dall’amante, conosciutissimo professionista di Trento. A modo suo, per il periodo, inventò le prime strategie che oggi chiameremmo di marketing oppure una grande attenzione alle pubbliche relazioni.

Sui giornali di allora venne soprannominata “bocca di rosa” scomodando anche Fabrizio de Andrè  pare perché svolgesse la sua professione per vocazione, che però le avrebbe assicurato una vecchiaia tranquilla ed economicamente dignitosa.
Ma la donna riconosciuta anche per quel «vocione» grosso come quello degli uomini era anche impegnata nel sociale in favore degli animali e contro la prostituzione che stava in quegli anni affacciandosi a Trento in arrivo dall’Africa. Per anni si era anche battuta per fondare un sindacato in difesa delle prostitute.






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